martedì 4 ottobre 2011

venerdì 25 marzo 2011

Grandi manovre alla CRUI

martedì 22 marzo 2011

NO ALLA GUERRA CONTRO LA LIBIA

Presidio a Urbino in piazza della Repubblica martedì 22 marzo dalle h. 18
organizza: Assemblea Permanente


sabato 29 gennaio 2011

Statuti: la lettera della FLC ai Rettori italiani

Roma, 24 gennaio 2011, Prot. n. 22/2011 DP/fs-ab
Ai Magnifici Rettori
Loro Sedi

Magnifico Rettore,
con l’approvazione della Legge Gelmini prende avvio la difficile fase di ridisegno degli statuti degli Atenei in un contesto di crescente riduzione dei finanziamenti. La ripartizione del FFO, con oltre un anno di ritardo, ha evidenziato la perdita di risorse per l’intero sistema universitario di un ulteriore 4%. Restano, peraltro, confermati i tagli previsti per il prossimo triennio dalla Legge 221/2010.
La FLC CGIL, fin da subito, ha contrastato l’insieme dei provvedimenti che il governo ha adottato per minare l’autonomia, la qualità e la dimensione pubblica del sistema universitario italiano. Tuttavia, la definizione dei nuovi statuti rappresenta un passaggio delicato e importante, che deve essere inteso come un effettivo momento fondativo, capace di ravvivare gli strumenti di autogoverno della comunità universitaria e consolidarne il carattere democratico. E’ proprio questa, a nostro parere, la sfida che ci consegna il drammatico contesto nel quale gli Atenei sono costretti a rivedere i propri statuti: fare di questo passaggio, a dispetto dello spirito della Legge, una opportunità di rinnovamento, di qualificazione e di riforma democratica del sistema. I movimenti di questi mesi, animati in particolare dagli studenti e dai ricercatori ma in grado di coinvolgere tutte le componenti dell’università, hanno promosso ipotesi alternative di riforma fondate su una dimensione democratica partecipativa e pubblica degli Atenei.
A quello straordinario patrimonio di idee, di proposte e di istanze di autogoverno si dovrà dare piena cittadinanza. Per questa ragione noi auspichiamo che il processo di definizione dei nuovi statuti si sviluppi con trasparenza, con forme appropriate di partecipazione e che, pertanto, le modifiche agli statuti siano l’espressione della convinta adesione della maggioranza delle diverse componenti ad un progetto “culturale“ che caratterizzi le università nella loro piena e più vera autonomia. Fin dalla composizione delle commissioni “statuto”, alle quali verrà demandato l’onere di definire i molteplici regolamenti di Ateneo previsti dalla Legge, crediamo sia indispensabile dare uno spazio adeguato a tutte le componenti universitarie, così da renderle egualmente partecipi. In questo modo potranno dare il loro contributo, oltre ai docenti, i ricercatori strutturati e precari, gli studenti che in questi mesi hanno condotto una importante lotta a difesa dell’Università pubblica, il personale contrattualizzato che regge in maniera decisiva le molteplici attività degli Atenei. Per questa ragione la composizione delle commissioni dovrebbe avere modalità elettiva.
Coerentemente siamo anche convinti che nei futuri organi di autogoverno degli Atenei debbano esserci rappresentanze per tutte queste figure il cui contributo, oggi come domani, deve essere pienamente riconosciuto.
La FLC CGIL è determinata ad offrire un contributo positivo nello sforzo di riorganizzazione del sistema universitario italiano, svilito e messo sotto scacco da politiche scellerate. Con altrettanta decisione proseguirà, con ancora maggiore forza nel paese e negli Atenei, il contrasto ai provvedimenti del governo e alle logiche che esso vorrebbe imporre, impegnandosi a tutela e garanzia della dimensione pubblica del sistema universitario, al fianco di tutti coloro che, ricercatori, studenti, precari, docenti, personale contrattualizzato, semplici cittadini, ne hanno a cuore le sorti.
Riteniamo pertanto importante avviare subito il confronto sulle nostre richieste affinché si possano evitare decisioni unilaterali che finirebbero per mortificare ulteriormente il profilo democratico degli Atenei seriamente compromesso da una riforma burocratica e autoritaria.
Distinti saluti.
Il Segretario Generale FLC CGIL Domenico Pantaleo

martedì 18 gennaio 2011

Assemblea del personale dell'Università di Urbino venerdì 21 gennaio

La C1 Autogestita non si chiude!

L’Assemblea Permanente delle studentesse e degli studenti di Urbino non è mai andata in vacanza e oggi si riprende i propri spazi. Dopo l’occupazione, durante il breve periodo fuori dall’università, siamo rimasti in contatto e abbiamo discusso il rilancio della mobilitazione a partire dalle assemblee politiche ed organizzative da svolgersi negli spazi ‘liberati’ da studentesse e studenti nel corso di questa e di precedenti proteste: l’Anfiteatro Liberato del collegio Tridente e l’Aula C1 Autogestita del Nuovo Magistero.
Lunedì 10 al nostro arrivo in facoltà per la prima assemblea abbiamo dovuto constatare che durante le festività a una delle due porte dell’aula C1 autogestita era stata cambiata la serratura. Aperta l’altra porta (con le chiavi che abbiamo cautamente tenuto dopo l’occupazione!) il problema è stato risolto. L’aula martedì è stata riordinata e riaperta a tutti, ma ogni giorno abbiamo dovuto riaprirla dopo che veniva chiusa in nostra assenza. Pare che sia stata data disposizione al personale di tenere chiusa l’aula (ricordiamo che all’interno dell’aula oltre all’emeroteca autogestita sono presenti mostre fotografiche e d’arte, materiale d’archivio e tutto quanto fa parte del patrimonio di un movimento collettivo!).
Ieri, venerdì 14 gennaio, arrivati in Magistero per un’altra assemblea abbiamo trovato entrambe le porte chiuse e con le serrature cambiate. Abbiamo forzato la serratura e abbiamo riaperto lo spazio. Quasi che il problema non si ponesse, per quanto ci sembra ovvio che la C1 rimane aperta e rimane autogestita! E invece il problema si pone, eccome.
Rettorato e direzione amministrativa si stanno relazionando con il movimento studentesco con fare autoritario e repressivo da diverso tempo oramai perché questo non venga denunciato pubblicamente. Se già negli ultimi giorni di occupazione (gli stessi giorni dell’approvazione dell’ultima discussione del DDL Gelmini in Senato, prima dell’approvazione finale, sic!) la facoltà veniva cinta d’assedio dalle forze dell’ordine (in città si contavano almeno 6 camionette) e il rettorato tagliava contestualmente luce, acqua e riscaldamento, oggi si cerca di attaccare l’unica autogestione studentesca del nostro ateneo, segno evidente che la protesta e la cultura libera non sono più nelle corde di questa università.
L’Aula C1 è ora al suo terzo anno di autogestione consecutiva e in questi anni è stata un centro culturale e politico importante per tutta la comunità universitaria. Centinaia di iniziative tra seminari, laboratori, proiezioni, concerti, mostre, pranzi sociali e assemblee che hanno visto, oltre a una grande partecipazione di studentesse e studenti, anche la presenza di dottorandi, ricercatori, professori, politici, sindacalisti, artisti, e semplici cittadini. Mai è stata rifiutata la disponibilità dell’aula a qualunque associazione, collettivo o gruppo informale che abbia avuto la volontà di organizzare un’iniziativa. Non c’è associazione studentesca che non sia entrata almeno una volta in C1. Ogni cosa proveniente dall’esterno è sempre stata vissuta da noi come un contributo all’autogestione e tante sono state le iniziative pensate in C1 e poi realizzate all’esterno di essa. All’interno dell’aula si sono trattate questioni universitarie (soprattutto di questi tempi…), ma si è anche parlato di lavoro, letteratura, religioni, musica, migrazioni, cinema, ambiente, filosofia, memoria, futuro etc.
Abbiamo costruito un’alternativa culturale e politica che non è mai stato possibile contenere entro precisi confini identitari, ma che ha espresso invece tutta la vitalità delle pratiche libertarie studentesche: percorso di singoli e comunque sempre percorso collettivo, tempo liberato in uno spazio liberato.
Oggi oltre a denunciare l’immotivato tentativo di chiusura della C1 Autogestita, ribadiamo che l’aula rimane aperta e autogestita.
La C1 non si chiude! Ci riprenderemo l’Università!

Assemblea Permanente Urbino

martedì 4 gennaio 2011

Il comunicato di sospensione dell'occupazione del Magistero Nuovo


Comunicato dell’Assemblea Permanente Urbino
L’Assemblea Permanente Urbino ha annunciato ieri, martedì 21 dicembre, la sospensione dell’occupazione del Nuovo Magistero. L’occupazione, protrattasi per quasi un mese, si è dimostrata un atto necessario per scuotere i diretti interessati sulle problematiche per cui l’Assemblea è nata; istanze che da troppo tempo venivano accolte con orecchie da mercante, o con vuote promesse.
Pendiamo atto, con sdegno, che il DDL Gelmini è prossimo a diventare legge a fronte del dissenso e delle forti proteste di gran parte del mondo accademico, grazie ad un atto autoritario del governo e a pratiche di vera e propria compravendita di voti in Parlamento. Questo DDL precarizza e rende ulteriormente ricattabili le fasce più deboli del mondo universitario, mantenendo intatti i meccanismi di potere esistenti e va ad aggiungersi agli indiscriminati tagli a tutto il sistema nazionale della formazione e della cultura. Esso si inserisce perfettamente nei processi di globalizzazione e mercificazione del sapere che coinvolgono l’Università in tutto il mondo occidentale. Per questo quanto avvenuto a Roma lo scorso 14 dicembre, in occasione del voto del DDL alla camera, è leggibile come un punto di rottura generazionale e sociale da parte di tutti coloro condannati dall’attuale sistema di sviluppo e dalla distruzione dei sistemi di Welfare; e le violenze scoppiate, giuste o sbagliate, si sono dimostrate comprensibili e prevedibili, e rischiano di non rimanere isolate.
Al processo di destrutturazione dell’Università pubblica contribuisce anche la Giunta Regionale Spacca che, diversamente da altre regioni, continua a non garantire il diritto allo studio così come previsto dai bandi attuali. Sono inoltre previsti ulteriori tagli al diritto allo studio e ai servizi ad esso collegati, e una “razionalizzazione” ed un’uniformità di trattamento votati al ribasso, privi di progetti e investimenti sulle giovani generazioni.
L’Assemblea, in tre mesi di mobilitazione, ha sensibilizzato la comunità universitaria e la società civile sui gravi rischi che l’istruzione pubblica corre nel nostro paese, ed ha già avviato una collaborazione con i Comitati per la Difesa dell’Istruzione Pubblica di ambito regionale, provinciale e cittadino. È inutile dire che in gravi rischi incorre direttamente anche l’intera cittadinanza urbinate, che si fregia del titolo di “città campus” e che sull’Università basa gran parte del suo sviluppo e della sua struttura economica.
La nostra mobilitazione ha inoltre permesso agli studenti disabili di rimanere nelle loro stanze mentre L’ERSU – che dovrebbe garantirne il diritto allo studio – li costringeva ad abbandonarle. Si è poi ottenuto, dopo più di 10 anni, un tavolo specifico sul tema della disabilità al quale stanno prendendo parte tutti gli attori istituzionali competenti e una rappresentanza studentesca, al cui interno è presente una delegata dell’associazione PANTAREI.
Abbiamo spinto per una ristrutturazione dei collegi universitari, che avrà presto inizio, sottolineando la pericolosità ed il disagio per coloro che in essi vivono. Si è ottenuto il ritiro del nuovo regolamento previsto per i collegi, di stampo autoritario e repressivo, e si è già consegnata all’ERSU una proposta di regolamento alternativa e partecipata.
Per quanto riguarda le problematiche inerenti l’Università di Urbino, rivendichiamo con forza l’istituzione, già dal prossimo gennaio, di un tavolo per la ridefinizione e l’allargamento del numero delle fasce di contribuzione studentesca, attualmente tra i più iniqui ed inadeguati in rapporto alla situazione economico-sociale del nostro paese. Inoltre il nostro Rettore Pivato si è impegnato nella creazione delle commissioni paritetiche per la didattica, volte a combattere la progressiva dequalificazione e liceizzazione della medesima.
Ribadiamo la nostra idea di diritto allo studio garantito parimenti a tutti indipendentemente dal censo, in maniera totale e trasparente, da enti pubblici liberi dalle logiche aziendali e dalle leggi del profitto, in totale aderenza a quanto espresso nell’articolo 34 della Costituzione.
Ribadiamo la nostra idea di Università pubblica, garante della libera circolazione dei saperi, aperta alla partecipazione attiva della componente studentesca e che stimoli ed investa sulle competenze specifiche degli individui. Le pratiche di formazione e di libera espressione artistica messe in atto durante l’occupazione del Nuovo Magistero e la continua attività di controcultura e controinformazione portata avanti all’interno dell’aula C1 autogestita vanno proprio in questa direzione, e in tale continueranno.
L’Assemblea ribadisce la sua solidarietà a tutti i lavoratori della conoscenza in protesta e a tutte le lotte sociali per la difesa e la garanzia dei diritti. Siamo accanto a loro in un unico fronte di resistenza.
La nostra lotta è appena iniziata. La nostra lotta non va in vacanza.
ASSEMBLEA PERMANENTE URBINO